Non ho trovato questa notizia da nessuna parte. Sarà forse che non compro un giornale da anni e che la TV nemmeno so più come si accende. La notizia è che il presidente cinese Xi Jinping è da oggi in Arabia Saudita, ospite del re Salman bin Abdulaziz al Saud e del principe ereditario Mohammed bin Salman.

E che notizia sarebbe?

La notizia è che al centro dei colloqui, in quello che è il primo vertice tra Cina e stati Arabi, ci sarà il rafforzamento degli accordi commerciali tra i due paesi e la fornitura di petrolio alla Cina, che già nel 2021 è stato il principale partner commerciale con oltre 78 miliardi di euro scambiati. Per chi non lo sapesse, l'avveniristico Lusail Stadium, che ospita in questi giorni la Coppa del Mondo di calcio FIFA 2022 è un progetto cinese, così come gli oltre 3.000 autobus ecologici che trasportano gli spettatori sono tutti di fabbricazione cinese. Il mondo si sta spostando. Siamo noi a non accorgercene ed a continuare a pensare che l'occidente possa ancora dire la sua nel mercato mondiale.  

Se volete sapere dove sta andando davvero il mondo dovete svegliarvi e girarvi dall'altra parte. Bisogna guardare ad oriente e smetterla di prendere ordini da oltreoceano. Come scrive Ray Dalio nell'interessante libro "Il nuovo ordine mondiale", la Cina si appresta a prendere la guida del nuovo ordine mondiale, con buona pace dei guerrafondai statunitensi. Proprio di coloro che pensando di averlo creato e plasmato loro il "loro" nuovo ordine mondiale. E se volete capire meglio come sta evolvendo il mondo, accendete il cervello ed iniziate a seguire le notizie cinesi, ad esempio utilizzando il sito web di XinhuaNet . L'agenzia (新华通讯社, Xīnhuá tōngxùnshè), nota anche come Xinhua (新华社), è la maggiore e più antica delle due agenzie di stampa ufficiali della Repubblica Popolare Cinese ed è - ovviamente - subordinata al controllo del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese. Si, è vero, è di parte. Perché i nostri media occidentali, europei ed italiani sono forse imparziali, liberi e lontani dalla finanza che li possiede?

I nuovi accordi commerciali sono mirati alla sostituzione dello yuan al dollaro come valuta di scambio del petrolio. Gli stati Arabi vivono agiatamente grazie all'estrazione e commercializzazione del petrolio, che rimarrà ancora a lungo il carburante che alimenterà i mezzi di trasporto e le industrie di tutto il mondo. Con buona pace dei nasoni di Bruxelles, delle loro Agende e della loro lotta alla CO2. Fino ad oggi gli scambi internazionali di petrolio avvenivano con il dollaro americano utilizzato come moneta. I famosi petrodollari. Per tutti i paesi è fondamentale possedere dollari, senza i quali non si acquista petrolio. E gli Stati Uniti, grazie al fatto che che stampano dollari, hanno di fatti il predominio su tutti i mercati monetari mondiali, con la loro valuta considerata la valuta di riferimento di tutti gli scambi commerciali.  

Potete immaginare lo scenario futuro di un petrolio del Golfo prezzato in yuan? Basterebbe solo che partisse con gli scambi Stati Arabi e Cina. Sarebbe l'inizio della fine dell'impero del dollaro, con lo yuan che diventerebbe in breve la valuta di riferimento dei commerci mondiali. Potete immaginare cosa accadrebbe con la ripresa dei commerci cinesi e la ripartenza dell'export? Siete tanto sicuri che la politica "covid zero" di questi anni non sia solo una pazzesca ed acutissima mossa strategica programmata dalla Cina? Chi non segue la Cina non può capire. Chi si ostina a guardare ad ovest anziché ad est non capirà mai.

Se stati Arabi e Cina dovessero trovare un accordo per spostare i pagamenti dal dollaro allo Yuan, ripeto, basterebbe solo l'interscambio tra i due paesi, questa decisione porterebbe con se un cambiamento incredibile nei rapporti finanziari mondiali. Sarebbe la fine anche dell'utilizzo del sistema di pagamenti internazionali SWIFT, che ha sede in Belgio ma è sotto il controllo statunitense. E ricordiamo che la Russia, causa il conflitto in Ucraina, è stata esclusa dall'utilizzo del sistema SWIFT. E Cina e Russia già hanno adottato il sistema cinese CIPS (Cross-Border Interbank Payment System), gestito dalla People’s Bank of China e basato sulla valuta cinese, utilizzato da oltre 1.200 istituti finanziari del mondo, fra cui banche giapponesi, russe ed africane. I paesi africani sono ormai in gran parte sotto l'influenza cinese e russa. Il vero limite dello sviluppo del CIPS è dovuto, fino ad ora, al fatto che si basa sulla valuta cinese e non sul dollaro. E gli stati mondiali preferiscono utilizzare il dollaro, perché attualmente moneta di riferimento. Ma fino a quando? Mentre noi spegniamo le luci, le automobili e ci chiudiamo in casa per le pandemie e le guerre NATO, fuori il mondo sta cambiando. E non ci aspetta. O meglio, aspetta di mangiarci.

Per i più curiosi, la moneta ufficiale della Repubblica Popolare Cinese è emessa dalla Banca del Popolo della Cina ed è chiamata renminbi. L'unità monetaria di base con cui viene conteggiata prende invece il nome di Yuan. Di fatto renminbi e yuan sono utilizzati come sinonimi.